[Comunicato stampa]
Un incontro presso l’Università di Vicenza per parlarne con l’ing. Ianeselli
L’ing. Elena Ianeselli torna in cattedra a parlare con giovani studenti universitari del mondo della comunicazione aziendale. L’appuntamento del 2011 è presso l’Università di Padova – Sede di Vicenza (stradella S. Nicola, 3), Facoltà di Ingegneria, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali nel corso tenuto dal Prof. E. Scarso “Tecniche Quantitative di Marketing”, venerdì 20 maggio ore 11.
La lezione sarà incentrata al tema della comunicazione istituzionale con particolare riferimento all’immagine aziendale, come sintetizza il titolo dell’intervento: “Corporate identity: immagine o identità?”.
L’intervento si concentrerà infatti sugli elementi cardini della comunicazione d’impresa, ciò che tecnicamente va sotto il nome di corporate identity e che comprende numerosi strumenti: dal logo alla brochure, dal sito ai contenuti multimediali, dalle insegne agli arredi fino a comprendere merchandising e quant’altro caratterizza l’immagine dell’azienda.
Il titolo esplicita inoltre un concetto essenziale della relazione dell’ing. Ianeselli: l’importanza della corporate identity non solo come manifestazione esteriore costituita da elementi raffigurativi, cromatici, ecc. del marchio ma come portatrice di simboli, icona della filosofia aziendale, creatrice di un’identità riconoscibile e distinguibile attraverso cui si esplicitano i valori dell’azienda stessa.
L’esposizione sarà concretizzata mediante la presentazione di due casi studio, nel parco clienti dell’ing. Ianeselli e rispettivamente provenienti da un settore produttivo e da un ambito di terziario, a conferma dell’importanza e pervasività di questa identità in qualsiasi contesto di mercato.
“Sono sinceramente onorata dell’invito del Prof. Scarso.” – commenta l’ing. Ianeselli – “ La proposta di collaborazione apre lo spazio ad uno sguardo curioso verso tematiche qualitative del marketing altrimenti estranee alla formazione tipica ingegneristica. Il Suo sincero interesse e coinvolgimento ha permesso di valutare insieme un “taglio” dell’intervento che potesse inserirsi nel percorso già sviluppato con gli studenti per fornire loro una prospettiva alternativa con cui guardare ad alcune attività, di sicura utilità anche nell’approccio professionale”.
“Ringrazio l’ing. Ianeselli per aver accettato di portare una testimonianza della propria esperienza professionale agli studenti del mio corso.” – interviene il Prof. Scarso – “È importante e utile che gli studenti, specie quelli dell’ultimo anno, possano farsi un’idea diretta dei temi che potrebbero trovarsi ad affrontare una volta entrati nel mondo del lavoro, tanto più se illustrati da un professionista che ha effettuato il loro stesso percorso di studi.”
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Ing. Elena Ianeselli [http://www.brainemotion.blogspot.com/]
Elena Ianeselli nasce professionalmente nel 2000 come ingegnere gestionale che sceglie l’ambito della comunicazione e marketing come settore di attività. Già fondatrice di un’agenzia di comunicazione a Verona, opera come consulente indipendente su tematiche di comunicazione d’impresa per lo sviluppo di piani e attività di marketing. Da alcuni anni si occupa inoltre di formazione sia in ambito aziendale che universitario per diffondere la cultura della comunicazione come valore essenziale di crescita e sviluppo personale ed economico.
Prof. Enrico Scarso [http://www.gest.unipd.it/labtesi/es-homepage.htm]
Enrico Scarso è Professore Associato di Ingegneria economico-gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università di Padova dove insegna Economia aziendale ed applicata e Tecniche quantitative di marketing.
martedì 17 maggio 2011
lunedì 16 maggio 2011
Takete o Maluma?
Guardate la figura e provate a dire chi è Takete e chi è Maluma...3 secondi...non pensateci troppo!
Avete risposto Maluma per la prima figura e Takete per la seconda? Complimenti! Come il 90% degli intervistati!
Un caso? Secondo la psicolinguistica no!
Facciamo un rapido passo indietro per spiegare.
E' forse nozione ormai diffusa che il nostro cervello è diviso in due emisferi: il sinistro controlla la parte sinistra del corpo, è la parte razionale e logica, gestisce il linguaggio, ecc. Il destro che presiede al nostro lato sinistro è il cervello "emotivo", quello artistico o detta in altri termini quello analogico.
Descritto così sembrerebbe che quando parliamo il nostro lato sinistro sia l'unico interprete e creatore di ciò che diciamo ma in verità una larghissima parte è invece gestita dall'emisfero destro.
Ricordate il post sulla comunicazione dove ben il 38% è para-verbale e fatta di toni, ritmi, ecc.? Bene! Questi sono gestiti dal lato destro del nostro cervello dunque già così capiamo il contributo non banale di questa parte di percezione nel nostro comunicare.
Ma non è finita! Perchè avete tutti (o quasi) scelto l'abbinamento descritto all'inizio di questo post?
Perchè Takete e Maluma non sono solo due parole intese come codice digitale, fonemi cui si associa un significato (in questo caso nullo dato che non sono termini esistenti). Sono anche codici analogici: una sorta di sintesi di componenti sensoriali che ci consentono di interpretare la realtà circostante ed in particolare di comunicarla, fortemente riferita al nostro contesto culturale e che fa da riferimento essenziale alla rappresentatività generale.
Facciamo un esempio concreto! Se dico "bicchiere" ho pronunciato un fonema che si associa ad un chiaro significato. E questo me lo dice l'emisfero sinistro. Ciascuno di noi però avrà una propria immagine mentale generalista di bicchiere già patrimonio dell'emisfero destro. Contemporaneamente ciascuno di noi ha un'idea della "bicchierità", di ciò cioè che consente di riconoscere un bicchiere, che è un patrimonio fortemente correlato al proprio contesto culturale. E' questa idea di bicchierità che ci permette di rispondere alla richiesta del vicino che ci chiede un bicchiere anche se davanti a noi non c'è il bicchiere che abbiamo come immagine di riferimento e a lui di non trovare difficoltà nell'accettare quello che gli porgeremo anche se diverso dalla sua immagine di bicchiere.
Complesso? In verità no... è questo codice condiviso che parametrizzato rispetto alle singole culture ci permette di arrivare al risultato iniziale, perchè possiamo mappare suoni e forme e trovare "corrispondenze" condivise per cui la figura a sinistra DEVE chiamarsi Maluma, mentre l'altra Takete.
E' la psicolinguistica che ci permette di creare forme, packaging, loghi, grafiche, slogan, ecc. che si allineano a questo codice condiviso rispecchiando l'idea e il posizionamento che vogliamo dare alla nostra azienda.
Dunque, nessuna magia, nessuna manipolazione... scienza... e processi che ogni giorno influenzano il nostro agire, il nostro scegliere, il nostro comunicare.
Forse è interessante conoscerli no?
martedì 3 maggio 2011
Il primo della classe
Domanda secca: a scuola eravate il classico "secchione" o quello dell'ultima fila?
E facendo un bilancio della vostra classe, diciamo scuola superiore o università, chi ha avuto o ha oggi più successo professionale? Il secchione o quello dell'ultima fila?
E' probabile le vostre risposte confermino i dati che George Vaillant, psicologo di Harvard, rilevò negli anni '70 e che rivelavano che i punteggi scolastici erano spesso contraddetti dai risultati professionali successivi.
Con Howard Gardner e Daniel Goleman il risultato trovò poi conferma e una qualche formalizzazione negli studi che dimostrarono una correlazione tra successo e quella che fu chiamata intelligenza emotiva (o sociale).
In pratica la capacità di superare le frustrazioni, di controllare le emozioni, di andare d'accordo con gli altri e in sintesi di relazionarci e COMUNICARE con chi ci sta attorno risulta essere la vera determinante di una carriera felice e proficua.
Vi state chiedendo come mai dunque il vostro burbero, insopportabile, asociale capo sia così in alto? Beh... non tutte le strutture aziendali hanno ai vertici il top del proprio staff in termini di potenziale professionale e le eccezioni hanno giusto la funzione di confermare la regola.
Ma se niente meno che Henry Ford sosteneva che "Non c'è nulla che permetta ad un uomo di aver successo nella vita come la capacità di comunicare", pensiamo di poterci unire a questa visione e ritenere che non sia solo il nozionismo ma anche l'abilità di lavorare in gruppo, l'assertività, la competenza nell'esprimere con chiarezza e proprietà linguistica i nostri pensieri ed insieme l'empatia nel rapportarci agli altri ascoltando il loro punto di vista a renderci persone di successo professionale e personale.
E chissà... forse questo diventerà tanto più vero in una società multi-etnica quale la nostra sta diventando...
E facendo un bilancio della vostra classe, diciamo scuola superiore o università, chi ha avuto o ha oggi più successo professionale? Il secchione o quello dell'ultima fila?
E' probabile le vostre risposte confermino i dati che George Vaillant, psicologo di Harvard, rilevò negli anni '70 e che rivelavano che i punteggi scolastici erano spesso contraddetti dai risultati professionali successivi.
Con Howard Gardner e Daniel Goleman il risultato trovò poi conferma e una qualche formalizzazione negli studi che dimostrarono una correlazione tra successo e quella che fu chiamata intelligenza emotiva (o sociale).
In pratica la capacità di superare le frustrazioni, di controllare le emozioni, di andare d'accordo con gli altri e in sintesi di relazionarci e COMUNICARE con chi ci sta attorno risulta essere la vera determinante di una carriera felice e proficua.
Vi state chiedendo come mai dunque il vostro burbero, insopportabile, asociale capo sia così in alto? Beh... non tutte le strutture aziendali hanno ai vertici il top del proprio staff in termini di potenziale professionale e le eccezioni hanno giusto la funzione di confermare la regola.
Ma se niente meno che Henry Ford sosteneva che "Non c'è nulla che permetta ad un uomo di aver successo nella vita come la capacità di comunicare", pensiamo di poterci unire a questa visione e ritenere che non sia solo il nozionismo ma anche l'abilità di lavorare in gruppo, l'assertività, la competenza nell'esprimere con chiarezza e proprietà linguistica i nostri pensieri ed insieme l'empatia nel rapportarci agli altri ascoltando il loro punto di vista a renderci persone di successo professionale e personale.
E chissà... forse questo diventerà tanto più vero in una società multi-etnica quale la nostra sta diventando...
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