Domanda secca: a scuola eravate il classico "secchione" o quello dell'ultima fila?
E facendo un bilancio della vostra classe, diciamo scuola superiore o università, chi ha avuto o ha oggi più successo professionale? Il secchione o quello dell'ultima fila?
E' probabile le vostre risposte confermino i dati che George Vaillant, psicologo di Harvard, rilevò negli anni '70 e che rivelavano che i punteggi scolastici erano spesso contraddetti dai risultati professionali successivi.
Con Howard Gardner e Daniel Goleman il risultato trovò poi conferma e una qualche formalizzazione negli studi che dimostrarono una correlazione tra successo e quella che fu chiamata intelligenza emotiva (o sociale).
In pratica la capacità di superare le frustrazioni, di controllare le emozioni, di andare d'accordo con gli altri e in sintesi di relazionarci e COMUNICARE con chi ci sta attorno risulta essere la vera determinante di una carriera felice e proficua.
Vi state chiedendo come mai dunque il vostro burbero, insopportabile, asociale capo sia così in alto? Beh... non tutte le strutture aziendali hanno ai vertici il top del proprio staff in termini di potenziale professionale e le eccezioni hanno giusto la funzione di confermare la regola.
Ma se niente meno che Henry Ford sosteneva che "Non c'è nulla che permetta ad un uomo di aver successo nella vita come la capacità di comunicare", pensiamo di poterci unire a questa visione e ritenere che non sia solo il nozionismo ma anche l'abilità di lavorare in gruppo, l'assertività, la competenza nell'esprimere con chiarezza e proprietà linguistica i nostri pensieri ed insieme l'empatia nel rapportarci agli altri ascoltando il loro punto di vista a renderci persone di successo professionale e personale.
E chissà... forse questo diventerà tanto più vero in una società multi-etnica quale la nostra sta diventando...
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