lunedì 28 giugno 2010
Il mezzo: le strade e la TV una volta, internet ora.
La pubblicità non è destinata a sparire, ma ad evolversi: non possiamo pensare ad un mondo senza pubblicità. La realtà è che spariranno i modi tradizionali di fare advertising.
Un po' di dati:
In Europa ci sono 121 milioni di utenti che utilizzano la banda larga;
Gli Europei passano 6,4 ore alla settimana con "internet in movimento", 4,8 per i quotidiani e 4,1 per le riviste;
L'Italia è il secondo paese in Europa per l'utilizzo di Internet mobile con 7,9 ore ed è il quinto paese per diffusione di PDA e cellulari con accesso ad internet.
Cosa fanno questi italiani:
31 % video;
49% radio;
41% scaricano musica;
44% social network;
50% instant messaging.
Inoltre importante la scelta del prodotto dove:
il 77% si affida al web per le vacanze;
il 63% per le automobili;
62% per la musica;
58% per biglietti concerti;
52% per l'abbigliamento.
Internet ha rivoluzionato il mondo della pubblicità (ma non credo ci volesse una persona come me, per farlo capire), mettere semplicemente i propri prodotti o servizi in mostra perchè i consumatori li scelgano non basta più. Facendo ciò vuol dire semplicemente dire ci sono anch'io in un mercato così ampio da non avere quasi neppure visibilità, è come essere una persona che chiede l'elemosina in una città grande quanto New York: ci sei, ma se non ci sei, nessuno se ne accorge.
La nuova strategia richiede una comprensione più approfondita dei desideri e delle necessità dei consumatori e la possibilità di far corrispondere prodotti e servizi alle loro esigenze.
Ci vorrebbero dei consigli pratici su come trovare le migliori soluzioni on line prima di effettuare la ricerca stessa (e molti ne approfittano per dispensare consigli a pagamento ancor prima di vedere gli effetti reali) e riuscire a catturare l'utente.
E' comunque necessario, volenti o nolenti, considerare altri fattori che hanno una crescente influenza nel marketing online. Probabilmente sembrerà la solita storia atta a parlare dei social network come il "futuro" del apubblicità ma purtroppo nonostante siano anche questi dei mezzi meschini per la scomparsa dell'effettiva e Reale socializzazione, bisogna prenderli in considerazione.
Su questi canali i consumatori rivelano i loro gusti, le loro abitudini e i loro desideri, offrendo una grande opportunità per i responsabili marketing per creare campagne sempre più mirate, identificando un target più preciso e raggiungendolo in modo efficace.
Così facendo il potenziale del marketing online si estende ben oltre le grandi corporation, raggiungendo anche i target di nicchia. Il confronto con il consumatore avviene tramite i social network poiché è quello che consente il coinvolgimento, l'avvicinamento del cliente e la costruzione di credibilità della marca, poiché entra direttamente nell'utente, nella suo profilo, nelle sue pagine. Avviene perché subentra di nascosto, senza che ci si accorga, nella propria vita privata e di socializzazione.
Internet tutt'oggi ha una penetrazione da mass media.
Chiedere quindi ad un'agenzia di preparare una campagna online è come chiedere una volta di investire nella TV. L'online infatti, ora, ha una possibilità in più, in quanto si ha una visione diretta del ciclo di vita dell'azione di marketing e quindi del prodotto stesso. Sul web i risultati di vendita vanno apri passo con il fare comunicazione, si ha un risultato pressochè immediato. Con la televisione invece bisogna aspettare che tutta la campagna sia finita così da vedere successivamente l'incremento di vendita del prodotto.
Come ben si legge, in rete i consumatori non solo vivono il web come un media, come ricerca di informazioni, news o altro, ma lo vivono come un ambiente reale, dove confrontarsi, comprare, vendere, utilizzare servizi.
Mi verrebbe da dire "E' il web 2.0, baby", ma, probabilmente, ci stiamo avvicinando, sempre più velocemente al web 3.0 o forse chissà, lo abbiamo già superato.
martedì 22 giugno 2010
Brain Emotion How To
Collegandosi al link http://www.brainemotion.it/moduli/page.php
sarà possibile scaricare di volta in volta un report dedicato a varie tematiche di marketing e comunicazione aziendale per vari settori merceologici.
Si inizia con una guida dedicata al mondo delle fiere su cui molti budget vengono investiti senza valutare pienamente tutte le soluzioni per valorizzarli appieno.
Ma affrettatevi! Ogni report resterà online solo per un limitato periodo di tempo!
Buona lettura e buon lavoro!
lunedì 21 giugno 2010
Jell-O: esempio pratico che non sempre il cliente sa cosa vuole il target.
Tipico è il caso del budino Jell-O, negli anni 50.
Da decenni le scatole di Jell-O figuravano nelle cucine di milioni di americani, abituatisi a considerarlo un dessert semplice, facile a prepararsi e senza nessuna pretesa. Ma dopo il 1950 la direzione della fabbrica, smaniosa di vederlo ben figurare sulle pagine pubblicitarie, d3ecise di presentare il budino in "modelli" sfarzosi, coloratissimi, carichi di strati e di decorazioni barocche. Gli annunzi non erano certo spettacolari, ma contrariamente alla generale aspettativa, non fecero salire le vendite, anzi. Jell-O si trovò nei guai senza sapere il perché.
Uno specialista di RM venne pregato di studiare il problema.
Le donne erano colte da un vago senso d'inferiorità quando vedevano le meravigliose creazioni pubblicitarie. Temevano di non essere capaci di ripeterle esattamente nella loro cucina, e si sentivano turbate al pensiero che qualcuno le stesse a guardare dicendo: "Deve riuscire uguale a questo". Perciò la reazione della massaia era ormai: "Se devo darmi tanta pena posso benissimo farne a meno".
Dopo l'analisi, Jell-O ridivenne un dolce casalingo e senza pretese, privo di qualsiasi decorazione, presentato in una forma semplicissima e monocolore, riprendendo le vendite.
sabato 19 giugno 2010
Recensione - un pilastro della comunicazione
Non è in verità un libro “classico” nelle bibliografie della comunicazione intesa come immagine aziendale e voce di marketing ma la comunicazione è molte cose e valutarla nella gamma dei suoi aspetti e significati non può che portare valore a qualsiasi uso se ne stia facendo.
Voglio dunque parlare di Pragmatica della Comunicazione Umana, un testo di Paul Watzlawick, psicologo austriaco e primo esponente della Scuola di Palo Alto.
Il sottotitolo al libro è Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi e già da qui si ha un’ottima sintesi dei contenuti.
E’ un libro non propriamente facile, che richiama modelli matematici talvolta, concetti di filosofia e psicologia e numerosi casi che classificati come “patologici” fan pensare a quanta “patologia” ci sia in tante relazioni umane quotidiane.
L’analisi dell’interazione tra persone, l’osservazione del loro modo di comunicare, ecc. offrono interessanti spunti di riflessione che personalmente poi ho potuto ritrovare in numerosissimi momenti della vita e che mi hanno aperto visioni nuove sul comunicare.
La semplice evidenza del “non si può non comunicare” basterebbe a giustificare l’esistenza di un libro simile per le ripercussioni che essa comporta in qualsiasi momento dell’esistenza umana ma anche aziendale.
A tutti i copy poi può essere dedicata la parte di analisi tra linguaggio e metalinguaggio che considera tutti i paradossi linguistici sui cui possono essere costruite infinite declinazioni di slogan, playoff, ecc..
Insomma… anche se a volte vi sembrerà ostico da leggere, anche se a volte non lo capirete completamente in tutte le implicazioni psicologiche collegate, anche se pensate che un libro del 1971 sia superato, “Pragmatica della comunicazione umana” è un testo interessantissimo, sempre attuale e direi imperdibile per chi della comunicazione fa anche un lavoro.
Pragmatica della comunicazione umana, Paul Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, Casa Editrice Astrolabio, 1971
giovedì 10 giugno 2010
MASS MARKET, la classifica dei più venduti.
Il cliente viene così "viziato" semplificandogli la scelta da un'iperofferta di proposte e di alternative per ogni tipo di prodotto.
Questo metodo di vendita offre quindi una istantanea di ciò che è più trendy, anche nel largo consumo. Grazie al ricambio settimanale dell'assortimento i negozi diventano il ritrovo favorito delle ragazze attente alla moda in quanto i trend possono essere capiti in tre minuti.
Rivolto ad un target soprattutto femminile, fra i 20 e i 30 anni, sono stati scelti 12 negozi come location, in zone prettamente giovanili, dinamiche, moderne quali stazioni della metropolitana e vicinanze, per ragazze sensibili alla moda ma con poco tempo a disposizione.
Così facendo viene alleggerito il processo decisionale che era appesantito dall'eccesso di possibilità e informazioni del mercato e dalla sempre minor disponibilità di tempo per la scelta. Davanti a troppa scelta, infatti, il cliente si paralizza e diventa incapace di scegliere.
Praticamente di fronte a 10 prodotti da scegliere è più facile che una persona decida cosa comprare.
Se invece si trova di fronte a 100 prodotti è più facile vada via col cestino vuoto.
mercoledì 9 giugno 2010
Nei panni di....
Target = Letteralmente significa bersaglio. E' il gruppo di consumatori verso il quale l'impresa rivolge la propria azione commerciale.
Forse può sembrare scontato e banale inserire nel glossario delle parole della comunicazione e pubblicità un termine come “target”… chi mai operando nel marketing non ha a che vedere con il proprio target?
Beh…diciamo che “avere a che vedere”, parlarne, citarlo, ecc. non basta a confermare che davvero conosciamo il ns. target e che davvero “stiamo lavorando per lui”.
Sì, perché il target è come dire il ns. spettatore, pubblico delle ns. vendite e dei ns. prodotti, colui che alla fine dello spettacolo (i.e. campagna pubblicitaria, presentazione commerciale, vetrina, ecc.) decreterà con un battito di mani (=acquisto) o con il silenzio (=indifferenza) il ns. successo (= fatturato).
E’ chiaro dunque che qualsiasi azienda è interessata al proprio target…tanti…tutti… ne parlano ma quanti davvero lo conoscono? Quanti sanno precisamente chi è il proprio target? Ne conoscono le caratteristiche, i comportamenti, le abitudini, i gusti, ecc.?
Non si tratta necessariamente e soltanto di avere dei numeri, sicuramente dati previsionali, indagini di mercato, dati di vendita, grafici e tabelle sono utilissimi… ma non bastano…
Non si tratta di fare delle precise profilazioni, magari delle ottime segmentazioni, ecc. ci aiutano a trovare nicchie di mercato, a orientarci meglio…ma non bastano…
Si tratta di “pensare” come il ns. target…conoscerlo per poter anticipare i desideri e gli interessi, sedersi sulla sua sedia a guardare il mondo, mettersi nei suoi panni, vestire il suo cappello…in pratica guardare quello che la ns. azienda sta facendo stando dalla sua parte…
La campagna pubblicitaria deve piacere a lui, non a voi azienda, non a noi agenzia… all’unico vero spettatore, che non conoscete personalmente e che magari ancora non vi conosce ma che volete incontrare perché un nuovo potenziale cliente…
Dunque… quando iniziate a lavorare ad un progetto di marketing…sia una brochure, un sito, una campagna pubblicitaria, ecc. saltate la barricata e diventate il vostro target e pretendete che la vostra agenzia sia seduta accanto a voi, vestita degli abiti del vostro target… non è una festa in maschera ma il miglior modo di lavorare e far fruttare i vostri investimenti!
lunedì 7 giugno 2010
De Niro svalorizza il design
Il sopracciglio alzato di De Niro illustra abilmente ciò che molti non-designer pensano del design, rivelando più accuratamente il valore che molte persone danno al design che le circonda tutti i giorni.
giovedì 3 giugno 2010
IL VUOTO, IL DESIGN E LA SOCIETA' (Parte 3° - Il calice di cristallo)
Lo stesso funziona col design: le persone "bevono" i messaggi costruiti ma si interrogano raramente su come il messaggio venga formato o sul modo in cui possa influenzare il pubblico.
Raramente ci fermiamo a pensare a queste cose. Assorbiamo i comunicati, chiedendoci solo di rado come siano stati costruiti. Beviamo il vino senza accorgerci del bicchiere.
Si può quindi catalogare questo design grafico come "design silenziosamente ben fatto", svolge cioè la propria funzione senza evocare su di sè grande attenzione.
Un'altra fetta del design grafico però risulta effimero e inconcludente, come se un vino scadente venga servito in un bicchiere scadente.
Si può quindi ragionare facilmente su come si può paragonare il design grafico al calice e quale vuole essere il contenuto di questo.
Se si ha un vino eccellente, sarà più facile gustarselo e aumentare le sue qualità organolettiche con un bicchiere di vetro, trasparente, che mostri il prodotto contenuto, che ne mostri il colore, con una forma che esalti il suo profumo. Un vino profumato con dei toni di colore interessanti perderà tutto se verrà bevuto in un bicchiere di plastica. Il design grafico deve richiamare l'attenzione quindi su quello per cui è stato creato non su sè stesso.
martedì 1 giugno 2010
Novità “Verde acido” per la comunicazione di Cremonesi Consulenze
Cremonesi Consulenze è un’azienda con sede a Verona che offre servizi di progettazione e gestione di impianti energetici personalizzati ed efficienti. Da tempo l’azienda si appoggia a Brain Emotion, nota agenzia di comunicazione e marketing Scaligera, per comunicare, in modo creativo e al contempo efficace, la propria filosofia e l’ampia gamma di servizi che ne contraddistingue l’offerta.
In occasione dell’ Undicesima Edizione della Mostra e Convegno Internazionale su Energie Rinnovabili e Generazione Distribuita, SolarExpo 2010, Cremonesi Consulenze si è affidata ancora una volta a Brain Emotion per la realizzazione dei propri obiettivi di comunicazione e, in particolare, per lo studio ad hoc di un nuovo formato di brochure servizi che rispondesse alle caratteristiche di praticità, versatilità e nel contempo eleganza nella presentazione grafica.
La collaborazione tra le due realtà e la creatività del team Brain Emotion ha portato a ideare la brochure come un insieme di schede assemblate tra loro da una piccola vite e raccolte in un box in polipropilene opalino dove la copertina assume un taglio in linea con a struttura del logo Cremonesi. Le schede, che si presentano in un formato quadrato maneggevole e allo stesso tempo funzionale ai contenuti, si classificano con colori e sfondi concettuali diversi in relazione alle macro aree che contraddistinguono i servizi dell’azienda. Il fissaggio attraverso una vite in plastica di semplice applicazione ne consente il rapido assemblaggio in funzione delle necessità d’uso.
L’ideazione della brochure in formato schede risponde all’esigenza di Cremonesi di avere uno strumento di comunicazione versatile: una brochure da assemblare ad hoc in relazione alla tipologia di interlocutore e di servizi ad esso associati ed, eventualmente, ampliata qualora ci fossero nuovi servizi da aggiungere, senza la necessità di ristudiare interamente il progetto. L’innovazione dello strumento è espressa inoltre nell’utilizzo di un nuovo materiale che risponde alle caratteristiche di praticità e duttilità: il ppl si presta infatti ad assumere qualunque tipo di forma adattandosi facilmente a pieghe e cordonature con risultati del tutto originali.
“La soluzione creata ad hoc per Cremonesi”, afferma l’Ing. Ianeselli, titolare di Brain Emotion, “ha voluto sintetizzare la scelta di un prodotto che fosse di facile utilizzo per il comparto commerciale e al contempo impattevole dal punto di vista della forma e della veste grafica, tutto ciò in linea con la filosofia dell’azienda che si presta ad offrire soluzioni concrete e all’avanguardia con le novità del settore energetico in chiave di efficienza e risparmio.”
Anche nella scorsa edizione di SolarExpo Cremonesi Consulenze si è affidata all’estro creativo “verde acido” di Brain Emotion per l’allestimento dello stand e la produzione del materiale di comunicazione relativo all’evento; non solo, l’azienda si appoggia in modo continuativo all’agenzia per sviluppare vari progetti al fine di promuovere e veicolare efficacemente la propria immagine, e questo a riconferma dell’oramai consolidato rapporto di fiducia e collaborazione instauratosi tra le due realtà Veronesi.
Cremonesi Consulenze [http://www.cremonesiconsulenze.it]
Cremonesi Consulenze si occupa dello studio, della progettazione e della gestione di piani energetici personalizzati ed efficienti attraverso servizi di consulenza svincolati da interessi commerciali, offrendo un orientamento libero e trasparente in materia di progettazione e corretta gestione di piani energetici efficienti.
Partner tecnico nazionale per Adiconsum e per il progetto GenerAzione Clima di WWF, Cremonesi Consulenze persegue l’obiettivo dell’efficienza energetica, studiando sistemi di produzione e consumo razionali, responsabili e sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.
Un impegno che conta su oltre 25 anni di esperienza al servizio di aziende, professionisti, proprietari e amministratori di immobili pubblici e privati, enti e associazioni attive in campo energetico e ambientale.
Brain Emotion [http://www.brainemotion.it]
Brain Emotion è un’agenzia di comunicazione che offre servizi a 360° alle aziende nell’ambito del marketing e della comunicazione d’impresa.
In particolare offre servizi di consulenza su strategie e mezzi di comunicazione interna ed esterna, si occupa di studio e realizzazione marchi, loghi, di studio naming e posizionamento, di realizzazione brochure, cataloghi, leaflet e sales folder e creazione siti web con piattaforme e-commerce. Si occupa inoltre di realizzare campagne promo-pubblicitarie, attività di direct marketing e di organizzazione eventi, incluso l’allestimento di stand fieristici e servizi correlati.
Contatto stampa:
Dott.ssa Elena Fazion
C/O Brain Emotion
Vicolo Calcirelli, 7 - Verona
Tel. 045/8106099
Fax 045/4850930
Email press@brainemotion.it