Non è in verità un libro “classico” nelle bibliografie della comunicazione intesa come immagine aziendale e voce di marketing ma la comunicazione è molte cose e valutarla nella gamma dei suoi aspetti e significati non può che portare valore a qualsiasi uso se ne stia facendo.
Voglio dunque parlare di Pragmatica della Comunicazione Umana, un testo di Paul Watzlawick, psicologo austriaco e primo esponente della Scuola di Palo Alto.
Il sottotitolo al libro è Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi e già da qui si ha un’ottima sintesi dei contenuti.
E’ un libro non propriamente facile, che richiama modelli matematici talvolta, concetti di filosofia e psicologia e numerosi casi che classificati come “patologici” fan pensare a quanta “patologia” ci sia in tante relazioni umane quotidiane.
L’analisi dell’interazione tra persone, l’osservazione del loro modo di comunicare, ecc. offrono interessanti spunti di riflessione che personalmente poi ho potuto ritrovare in numerosissimi momenti della vita e che mi hanno aperto visioni nuove sul comunicare.
La semplice evidenza del “non si può non comunicare” basterebbe a giustificare l’esistenza di un libro simile per le ripercussioni che essa comporta in qualsiasi momento dell’esistenza umana ma anche aziendale.
A tutti i copy poi può essere dedicata la parte di analisi tra linguaggio e metalinguaggio che considera tutti i paradossi linguistici sui cui possono essere costruite infinite declinazioni di slogan, playoff, ecc..
Insomma… anche se a volte vi sembrerà ostico da leggere, anche se a volte non lo capirete completamente in tutte le implicazioni psicologiche collegate, anche se pensate che un libro del 1971 sia superato, “Pragmatica della comunicazione umana” è un testo interessantissimo, sempre attuale e direi imperdibile per chi della comunicazione fa anche un lavoro.
Pragmatica della comunicazione umana, Paul Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, Casa Editrice Astrolabio, 1971
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