giovedì 22 dicembre 2011
lunedì 5 dicembre 2011
Giovedì 15/12 si parla di corporate identity
martedì 29 novembre 2011
Socrate docet...
Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza.
La frase è di quelle “importanti”… come “importante” ne è l’autore… Socrate la pronunciava
ad Atene intorno al 400 a.C. assieme ad altre “sorellastre” di concetto come “Io so di non sapere” ecc.
E’ anche di quelle che nella loro eterna e ubiqua validità tornano alla memoria dagli studi del liceo nei periodi di “riflessione”, quando le cose non ci travolgono per il loro ottimismo ma al contrario ci impongono di pensare a nuove strade che ci portino lontani dagli attuali vicoli ciechi.
L’onda economica calante che ormai cavalchiamo da diversi anni è uno di questi momenti e forse l’aver ripescato questa frase tra gli altri innumerevoli spunti di meditazione ha avuto il grandissimo pregio di farci parlare sempre più intensamente di formazione.
Formazione continua, formazione manageriale, alta formazione, formazione professionalizzante… chiamiamola in mille forme ma il concetto è quello di Socrate… la conoscenza è un bene… per le persone e ovviamente anche x le aziende che vivono dell’intelligenza virtuale somma di quelle individuali.
La formazione dunque è un investimento che dovrà continuare a coinvolgerci nel 2012 per restare aggiornati, per essere sempre competitivi, per crescere personalmente e professionalmente, come singoli e come aziende in un contesto sempre più sfidante che poco perdona a chi non sa, non cerca, non prova.
Continuate dunque a cercare, a provare e naturalmente a sapere, focalizzandovi in ciò che vi può essere d’utilità quotidiana, ciò che vi fornisce competenze trasversali per raggiungere i vostri obiettivi, ciò che sta emergendo come prossimo “necessario”.
Io ho preparato per voi alcuni spunti e tra le strenne di Natale vi metto sotto l’albero un pacchetto di idee per la formazione 2012. Sono per voi, per i vostri colleghi, per i vostri dipendenti, per le vostre aziende… i temi ruotano sempre attorno alla comunicazione perché per citare un altro “noto”: Non c'è nulla che permetta ad un uomo di aver successo nella vita come la capacità di comunicare (Henry Ford)
Proposte formative 2012
martedì 8 novembre 2011
A.A.A. Adottanti cercasi per parole italiane
O mi è mai venuta la curiosità di aprirlo ed iniziare a leggere un po' di definizioni rendendovi conto di quanti sinonimi potremmo usare e neppure conosciamo anche per parole di uso comune?
O magari scoprire che quel concetto che usavate descrivere con un'intera frase è in realtà racchiuso in un unico termine?
O ancora siete andati ad esplorare se le tristi "esondazioni" di questi giorni siano solo un modo più "elegante" di raccontare gli straripamenti o se invece racchiudano in sè qualche significato tecnico sfuggito ai non-professori di italiano?
Parliamo italiano con una misera percentuale dei vocaboli che fanno parte della nostra lingua, spesso con un senso di "pudore" ad usare termini più arcaici o comunque in disuso che gli altri accoglieranno con sorrisini o espressioni corrucciate di incomprensione.
Ma perché non riprenderci un po' della nostra bella lingua e tornare a parlare con parole che languono in qualche angolo dei vocabolari o di qualche opera letteraria, impolverate magari da neologismi di dubbia efficacia e spesso di provenienza estera?
E allora adottate anche voi una parola! Ecco un bel progetto per iniziare a riconquistarci un po' di italiano e non "vergognarci" a parlare la nostra lingua con parole in disuso: http://adottaunaparola.ladante.it/
Il principio è semplice... diventate i paladini di una parola a vostra scelta che il nostro linguaggio comune e i media hanno messo in disparte, difendendola dagli usi impropri e facendola conoscere!
Io ho scelto "socratismo" per il legame con la filosofia socratica ma le opzioni sono molte e gli orfani fin troppi!!!
La sola scelta in sé è interessante visto che dovrete spesso consultare un vocabolario proprio per sapere cosa significa quella simpatica parola che aspetta il suo adottante.
Provate e diffondete! Chissà che riappropriandoci un po' della nostra lingua ci venga in mente quanta cultura ha l'Italia nella sua storia e nel suo presente da valorizzare meglio e portare con fierezza davanti a tutti!
venerdì 21 ottobre 2011
Social media: strumenti per l'uso
Qualche tempo fa su queste stesse pagine già si parlava di social media e del rapporto che l'aziende hanno o dovrebbero avere con esse (http://brainemotion.blogspot.com/2011/03/social-media-minaccia-o-opportunita.html).
Oggi passiamo dalla teoria alla pratica con un corso che si concentra completamente sul mondo dei social media e sulle strategie che possono farli diventare preziosi alleati della propria attività.
Il percorso formativo che propongo è fortemente orientato a liberi professionisti, imprenditori e manager per guardare a queste "piazze virtuali" come ad un'ottima opportunità a basso costo per promuovere la propria attività.
6 ore totali, ampio spazio per le esercitazioni pratiche... dopo la teoria sulle ricadute strategico-organizzative della diffusione dei social media si atterra direttamente sul proprio computer per lavorare insieme a costruirsi un'immagine su Facebook, Twitter e Linkedin.
Il corso ha cadenza mensile, un massimo di 10 partecipanti a edizione e alta flessibilità di orario per poter venire meglio incontro alle esigenze di tutte le categorie professionali.
Informazioni, costi e tutte le indicazioni di pre-iscrizione le trovate sul sito www.inpiu.com o scaricando direttamente da qui il depliant.
martedì 4 ottobre 2011
Come ti presenti?
Ripensate dunque l'impaccio al colloquio per quell'agognato posto di lavoro... forse non vi ha messo tra i finalisti per l'assunzione...
Il mercato del lavoro oggi è altamente concorrenziale e sfidante! Impossibile farsi trovare impreparati ed essenziale sapersi presentare in modo efficace per valorizzare i propri punti di forza.
Per voi inoccupati e disoccupati oppure studenti maggiorenni vi consiglio dunque questo nuovo corso gratuito organizzato da IN+ srl e chiamato "Autoimprenditorialità".
60 ore dal 4 novembre 2011 al 7 dicembre 2011 dedicate ad apprendere come pianificare il proprio futuro professionale e ad acquisire strumenti operativi per la ricerca di un posto di lavoro: dall'annuncio fino al colloquio passando per curriculum, lettere di presentazione e un po' di public speaking!
Sul sito dell'azienda trovate informazioni e depliant con tutte le indicazioni per iscrivervi!
Cliccate qui per accedere alla pagina direttamente.
Cogliete subito l'occasione per migliorare il vostro posizionamento e/o riposizionamento sul mercato del lavoro!
lunedì 12 settembre 2011
Una notte all'Università
Che cosa ne sapete dei ricercatori universitari?
“E’ ora di smuovere la sabbia e far venire fuori veramente quello che siamo!”
Questo devono aver pensato gli ideatori e organizzatori di questa interessante iniziativa.
La Notte dei Ricercatori (23 settembre 2011) è un evento promosso e finanziato dalla Commissione Europea che nelle principali città europee sedi di atenei universitari mira ad avvicinare l’ambiente accademico con il grande pubblico.
Il format si stacca da quella che siamo abituati a conoscere e percepire come la comunicazione universitaria e si propone in modo accattivante sulla linea di proposte quali le notte bianche o le varie extra-aperture di musei ecc.
L’Università italiana, di cui tanto si parla per molti motivi, dà prova di avere voglia e capacità di attivarsi e farsi conoscere aprendo le proprie porte con ben 40 città coinvolte.
Il Veneto si presenta all’appello a Verona, Padova e Venezia con Venetonight e un programma ricco di stimolanti proposte.
Che dire? Trovo che le aperture siano sempre benefiche e che iniziative che “parlano” al grande pubblico con un tono accattivante e coinvolgente valgano più di mille annunci istituzionali.
Non perderò l’occasione perciò di documentarmi e partecipare alle attività che ci saranno nella mia città e dove ho studiato per la curiosità dei temi proposti ma anche per la curiosità di vedere sotto una nuova luce il modo di fare comunicazione in ambito accademico!
Trovate le info per il Veneto qui: http://www.venetonight.it/
E per l’Italia qui: http://www.nottedeiricercatori.it/
martedì 6 settembre 2011
P di comunicazione
Se preferite la dico all'inglese...così stona meno quella P, scrivendo "P di promotion"...
E qui molti di voi hanno capito dove voglio arrivare... una delle colonne del marketing...una delle 4 P: product, price, placemente e promotion.
Avrei potuto scrivere forse "P di promozione" ma penso che il termine sia riduttivo.
Perchè le 4 P sono l'approccio di marketing forse più diffuso che individua i temi essenziali che definiscono una strategia produttiva e commerciale per prodotti e aziende. E in questo senso penso più corretto parlare di comunicazione che non di "sola" promozione di un prodotto.
"Promuovere" caratterizza ogni intervento in una logica pubblicitaria, dove l'enfasi è ammessa e un certo approccio commerciale alla presentazione del prodotto è concessa... ma l'effettiva promozione di un prodotto è fatta anche di materiale tecnico, documentazione esplicativa e commerciale, e ancora a monte e soprattutto immagine... coerente con il posizionamento, coerente con il target, coerente internamente nelle varie applicazioni, un brand che parla da solo, porta valori ed è il primo canale di comunicazione verso il cliente.
Che tipo di promozione potremmo fare di un prodotto che non ha nome, non ha un logo, non ha un'immagine coordinata? La stessa che potremmo fare di un individuo che non ha volto, non possiede documenti e pretende di conviverci ad assumerlo solo in virtù di qualche frase da strillone...
Quella quarta P, che in tanti corsi di marketing resta schiacciata sotto il peso dei numeri, delle quantificazioni... essenziali ma non esclusive al successo di un prodotto, è dunque un insieme di strumenti, mezzi, opportunità da conoscere e valorizzare pienamente.
Un'area in continua evoluzione che oggi richiede di inglobare nuovi approcci e nuove tecnologie (es. web marketing, social media, ecc.) per non restare indietro rispetto ai concorrenti.
Dunque? Siete ancora seduti a leggere?
Noi NO! Abbiamo preparato alcune proposte formative per approfondire l'argomento e mettere a disposizione di tutti gli esperti di marketing e aspiranti tali tutte le informazioni su queste tematiche.
Sfogliate il catalogo 2011 e raccontateci quante volte incontrate nel vostro lavoro quotidiano questi argomenti e quante volte avreste voluto saperne di più!
Magari potremo scoprire nuove cose insieme!
giovedì 1 settembre 2011
E voi? Fate notizia?
Vi suonerà incredibile ma si può finire sui giornali anche per notizie che non hanno nessun particolare colore di cronaca...rosa, nera o altro...
Molte aziende, spesso di piccole dimensioni ma non solo, valutano poco l'efficacia e i risultati che può produrre un'attività rivolta ai giornali che non sia l'acquisto di pagine pubblicitarie...la cosiddetta attività di ufficio stampa.
Inviare un comunicato per segnalare una notizia ed averlo pubblicato sulla carta stampata o media online sembra essere attività riservata a grandi nomi mentre è decisamente alla portata di tutti se ben impostata.
Si tratta essenzialmente di valutare le testate che possono volentieri accogliere il nostro comunicato. Ad esempio...le riviste tecniche normalmente sono molto ricettive ad informazioni di settore, i quotidiani coinvolti da notizie o di rilevanza nazionale o di competenza locale.....il principio guida è "quello che può interessare al mio lettore".
Si tratta poi di capire i tempi... le riviste settimanali, mensili, trimestrali ecc. hanno certe cadenze che ovviamente richiedono una buona pianificazione se la notizia è riferita ad una data specifica (es. un evento/convegno e simili), i quotidiani gestiscono informazioni a livello giornaliero ma hanno a volte delle periodicità per alcune sezioni specifiche oltre a dover normalmente scremare la mole di articoli da inserire nell'edizione presente.
Si tratta naturalmente di inviare documentazione, avere foto disponibili, dati e informazioni precise e complete, rapidamente pronte e soprattutto rilevanti. Dove rilevanti non sta per "la mia azienda le reputa rilevanti" ma "il pubblico le può reputare rilevanti". Notizie insomma... non pubblicità mimetizzate con la "faccia" da notizia.
E quindi chiederete, cosa si segnala? Si segnala l'anniversario dell'azienda, si segnalano i risultati economici, le innovazioni apportate, le nuove sedi e filiali, i nuovi manager, le nuove filosofie, i convegni, gli open day... non avete niente di ciò da scrivere?
Allora parliamo di qualcosa in cui siete forti... offriamo una piccola competenza... uno stralcio di consulenza che sia di valore per il lettore... potrebbe andare da un altro a chiedere consigli... è vero ma + probabilmente contatterà voi e potrete completare con il nuovo cliente quella consulenza iniziata tra le righe di un giornale...
venerdì 5 agosto 2011
martedì 26 luglio 2011
Come ti chiami?
Perchè il nome è importante...ce lo porteremo dietro una vita, un qualcosa che ci distingue da altre persone e che spesso carichiamo di molti significati...
A chi non sta instintivamente simpatica una persona che si chiama come la mamma o il caro amico d'infanzia, ecc.?
Dunque perchè mai il nome dovrebbe essere meno importante per un'azienda?! Tanto più che gli omonimi sono meno frequenti, spesso vietati da leggi di tutela.
Il nome di un'azienda è il primo segno distintivo, ciò che la definirà come ente giuridico ma ciò che la farà ricordare e distinguere dai concorrenti.
L'azienda dovrà chiamarsi perciò con un nome che resta impresso, che magari ha associazioni positive e legate al settore di attività, che si pronuncia facilmente e meglio se in tutte le lingue dei paesi con cui lavorerà, ecc. ecc.
Una serie di buone procedure che vanno ben oltre la scelta del nome del nuovo pupo... una serie di buone procedure che possono agevolare o viceversa ridurre le possibilità di successo commerciale (quanti tragici esempi di naming errati o mal esportati all'estero!)... una serie di buone procedure che fanno ritenere che la buona volontà dell'imprenditore non sempre basti a fare un buon lavoro.
Il naming è un'attività creativa che coinvolge molte competenze e che può fare la differenza di risultati futuri.
Non vale forse la pena investirci qualche euro per una consulenza professionale e qualche idea in più ben studiata?
Come diceva un vecchio spot.... Meditate gente.... meditate!
giovedì 30 giugno 2011
Campagna di Russia o campagna di Brand?
Vi siete mai chiesti perché si parla della campagna di Russia e allo stesso tempo della campagna pubblicitaria?
E’ vero che di parole con doppi significati spesso profondamente diversi ne esistono molte… magari è vero che non si può usare la psicolinguistica in ogni istante per trovare un collegamento o un’interpretazione a questa concomitanza d’uso tra la pubblicità e il mondo militare ma indubbiamente la cosa può risultare curiosa o comunque far pensare!
Perché i parallelismi non sono poi così pochi e così banali:
- una campagna militare è altamente pianificata in ogni dettaglio e così lo è una campagna pubblicitaria ben strutturata (o almeno… entrambi dovrebbero esserlo per avere successo)
- una campagna militare prevede il dispiego di numerose e diverse risorse, una campagna pubblicitaria coinvolge competenze di varie provenienza
- una campagna militare viene calendarizzata e bum…. Inizia all’ora x del giorno y, una campagna pubblicitaria “esce” al pubblico in un momento altrettanto previsto e programmato
- nella campagna militare ci sono colonnelli e generali, soldati, marconisti, ecc. ecc., la campagna pubblicitaria ha i suoi direttori artistici, i suoi copy, i suoi creativi, ecc. ecc.
- la campagna militare punta ad un obiettivo strategico da conquistare o distruggere, la campagna pubblicitaria ha un target mirato da coinvolgere o un concorrente da scalzare
e potremmo andare avanti sulla stessa scia con molti paralleli.
E se poi vi nomino il viral marketing, che minaccia di “infettarci” tutti?
O se pensiamo di fare un po’ di guerrilla marketing per la campagna teasing?
Saran solo parole o il riflesso di un nuovo modo di “combattere” e confrontarci armati di mouse e Creative Suite?
venerdì 3 giugno 2011
Comunico quindi sono o sono quindi comunico?
Non è strano quindi che volendo tornare a parlare di comunicazione lasci lo spazio a quest'ultima categoria, fatta non dalle parole ma da come ci muoviamo per portare alla luce una relazione che va al di là anche dell'aspetto comunicazione sconfinando in tecniche citate nella PNL.
Prendo a riferimento un gesto che facciamo molto frequentemente sia in colloqui a due, che in gruppo, in piedi o seduti, a casa o ad un convegno e che pesa in termini di comunicazione molto più di quanto forse siamo consapevoli... incrociare le braccia davanti al petto.
Osservatevi... in quanti momenti vi ritrovati incosciamente così? Molte volte!
E osservatevi ancora... come vi sentite quando vi trovate così?
Siete aperti, disponibili, allegri, sensibili, attenti o piuttosto chiusi, poco pronti, relativamente in ascolto, poco coinvolti?
E' vero... magari vi siete messi in questa posizione solo per cambiare posizione... solo per stare comodi ma il più delle volte dietro questa posizione c'è veramente tutta la chiusura che essa comunica all'altra persona.
Perchè questo è il messaggio che passa dalle vostre braccia: chiusura verso chi parla, poco interesse a ciò che dice, distrazione, un certo rifiuto o magari una certa diffidenza.
E' la posizione che prendiamo se non conosciamo l'interlocutore e non sappiamo/vogliamo relazionarci, la posizione che prendiamo quando vogliamo tenere le distanze, quando ad es. su un treno cerchiamo di evitare gli slanci di simpatia del compagno di scompartimento che tenta di attaccare bottone.
Nei casi più seri ci accompagnamo anche l'incrocio delle gambe in modo che nulla possa intaccarci!
Se vogliamo quindi mostrarci aperti, interessati, disponibili, coinvolti, empatici... sciogliamo le braccia e magari mostriamo i palmi.
Ma la cosa interessante che voglio portare in risalto oggi è ancora su un gradino sopra a queste osservazioni.
Normalmente noi pensiamo che una posizione o un gesto siano scelti rispetto allo stato d'animo... vero... ma il punto è che vale anche il contrario!!!
Ricerche hanno dimostrato che chi durante una lezione/convegno, ecc. tiene le braccia e gambe incrociate assimila il 30% in meno di chi ascolta in altre posizioni!
Bizzarro no?
No, in realtà non è bizzarro, perchè siamo un sistema a due vie... il nostro stato d'animo influenza la nostra postura e gestualità e la nostra gestualità influenza il nostro stato d'animo. Pensateci...è interessante come messaggio!
Se volete che ciò che dite risulti incisivo controllate sempre la vostra postura... darà coerenza alle vostre parole e vi aiuterà a trasmetterle con efficacia in un circolo virtuoso che si auto-alimenta!
martedì 17 maggio 2011
Corporate identity: immagine o identità?
Un incontro presso l’Università di Vicenza per parlarne con l’ing. Ianeselli
L’ing. Elena Ianeselli torna in cattedra a parlare con giovani studenti universitari del mondo della comunicazione aziendale. L’appuntamento del 2011 è presso l’Università di Padova – Sede di Vicenza (stradella S. Nicola, 3), Facoltà di Ingegneria, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali nel corso tenuto dal Prof. E. Scarso “Tecniche Quantitative di Marketing”, venerdì 20 maggio ore 11.
La lezione sarà incentrata al tema della comunicazione istituzionale con particolare riferimento all’immagine aziendale, come sintetizza il titolo dell’intervento: “Corporate identity: immagine o identità?”.
L’intervento si concentrerà infatti sugli elementi cardini della comunicazione d’impresa, ciò che tecnicamente va sotto il nome di corporate identity e che comprende numerosi strumenti: dal logo alla brochure, dal sito ai contenuti multimediali, dalle insegne agli arredi fino a comprendere merchandising e quant’altro caratterizza l’immagine dell’azienda.
Il titolo esplicita inoltre un concetto essenziale della relazione dell’ing. Ianeselli: l’importanza della corporate identity non solo come manifestazione esteriore costituita da elementi raffigurativi, cromatici, ecc. del marchio ma come portatrice di simboli, icona della filosofia aziendale, creatrice di un’identità riconoscibile e distinguibile attraverso cui si esplicitano i valori dell’azienda stessa.
L’esposizione sarà concretizzata mediante la presentazione di due casi studio, nel parco clienti dell’ing. Ianeselli e rispettivamente provenienti da un settore produttivo e da un ambito di terziario, a conferma dell’importanza e pervasività di questa identità in qualsiasi contesto di mercato.
“Sono sinceramente onorata dell’invito del Prof. Scarso.” – commenta l’ing. Ianeselli – “ La proposta di collaborazione apre lo spazio ad uno sguardo curioso verso tematiche qualitative del marketing altrimenti estranee alla formazione tipica ingegneristica. Il Suo sincero interesse e coinvolgimento ha permesso di valutare insieme un “taglio” dell’intervento che potesse inserirsi nel percorso già sviluppato con gli studenti per fornire loro una prospettiva alternativa con cui guardare ad alcune attività, di sicura utilità anche nell’approccio professionale”.
“Ringrazio l’ing. Ianeselli per aver accettato di portare una testimonianza della propria esperienza professionale agli studenti del mio corso.” – interviene il Prof. Scarso – “È importante e utile che gli studenti, specie quelli dell’ultimo anno, possano farsi un’idea diretta dei temi che potrebbero trovarsi ad affrontare una volta entrati nel mondo del lavoro, tanto più se illustrati da un professionista che ha effettuato il loro stesso percorso di studi.”
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Ing. Elena Ianeselli [http://www.brainemotion.blogspot.com/]
Elena Ianeselli nasce professionalmente nel 2000 come ingegnere gestionale che sceglie l’ambito della comunicazione e marketing come settore di attività. Già fondatrice di un’agenzia di comunicazione a Verona, opera come consulente indipendente su tematiche di comunicazione d’impresa per lo sviluppo di piani e attività di marketing. Da alcuni anni si occupa inoltre di formazione sia in ambito aziendale che universitario per diffondere la cultura della comunicazione come valore essenziale di crescita e sviluppo personale ed economico.
Prof. Enrico Scarso [http://www.gest.unipd.it/labtesi/es-homepage.htm]
Enrico Scarso è Professore Associato di Ingegneria economico-gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università di Padova dove insegna Economia aziendale ed applicata e Tecniche quantitative di marketing.
lunedì 16 maggio 2011
Takete o Maluma?
Guardate la figura e provate a dire chi è Takete e chi è Maluma...3 secondi...non pensateci troppo!
Avete risposto Maluma per la prima figura e Takete per la seconda? Complimenti! Come il 90% degli intervistati!
Un caso? Secondo la psicolinguistica no!
Facciamo un rapido passo indietro per spiegare.
E' forse nozione ormai diffusa che il nostro cervello è diviso in due emisferi: il sinistro controlla la parte sinistra del corpo, è la parte razionale e logica, gestisce il linguaggio, ecc. Il destro che presiede al nostro lato sinistro è il cervello "emotivo", quello artistico o detta in altri termini quello analogico.
Descritto così sembrerebbe che quando parliamo il nostro lato sinistro sia l'unico interprete e creatore di ciò che diciamo ma in verità una larghissima parte è invece gestita dall'emisfero destro.
Ricordate il post sulla comunicazione dove ben il 38% è para-verbale e fatta di toni, ritmi, ecc.? Bene! Questi sono gestiti dal lato destro del nostro cervello dunque già così capiamo il contributo non banale di questa parte di percezione nel nostro comunicare.
Ma non è finita! Perchè avete tutti (o quasi) scelto l'abbinamento descritto all'inizio di questo post?
Perchè Takete e Maluma non sono solo due parole intese come codice digitale, fonemi cui si associa un significato (in questo caso nullo dato che non sono termini esistenti). Sono anche codici analogici: una sorta di sintesi di componenti sensoriali che ci consentono di interpretare la realtà circostante ed in particolare di comunicarla, fortemente riferita al nostro contesto culturale e che fa da riferimento essenziale alla rappresentatività generale.
Facciamo un esempio concreto! Se dico "bicchiere" ho pronunciato un fonema che si associa ad un chiaro significato. E questo me lo dice l'emisfero sinistro. Ciascuno di noi però avrà una propria immagine mentale generalista di bicchiere già patrimonio dell'emisfero destro. Contemporaneamente ciascuno di noi ha un'idea della "bicchierità", di ciò cioè che consente di riconoscere un bicchiere, che è un patrimonio fortemente correlato al proprio contesto culturale. E' questa idea di bicchierità che ci permette di rispondere alla richiesta del vicino che ci chiede un bicchiere anche se davanti a noi non c'è il bicchiere che abbiamo come immagine di riferimento e a lui di non trovare difficoltà nell'accettare quello che gli porgeremo anche se diverso dalla sua immagine di bicchiere.
Complesso? In verità no... è questo codice condiviso che parametrizzato rispetto alle singole culture ci permette di arrivare al risultato iniziale, perchè possiamo mappare suoni e forme e trovare "corrispondenze" condivise per cui la figura a sinistra DEVE chiamarsi Maluma, mentre l'altra Takete.
E' la psicolinguistica che ci permette di creare forme, packaging, loghi, grafiche, slogan, ecc. che si allineano a questo codice condiviso rispecchiando l'idea e il posizionamento che vogliamo dare alla nostra azienda.
Dunque, nessuna magia, nessuna manipolazione... scienza... e processi che ogni giorno influenzano il nostro agire, il nostro scegliere, il nostro comunicare.
Forse è interessante conoscerli no?
martedì 3 maggio 2011
Il primo della classe
E facendo un bilancio della vostra classe, diciamo scuola superiore o università, chi ha avuto o ha oggi più successo professionale? Il secchione o quello dell'ultima fila?
E' probabile le vostre risposte confermino i dati che George Vaillant, psicologo di Harvard, rilevò negli anni '70 e che rivelavano che i punteggi scolastici erano spesso contraddetti dai risultati professionali successivi.
Con Howard Gardner e Daniel Goleman il risultato trovò poi conferma e una qualche formalizzazione negli studi che dimostrarono una correlazione tra successo e quella che fu chiamata intelligenza emotiva (o sociale).
In pratica la capacità di superare le frustrazioni, di controllare le emozioni, di andare d'accordo con gli altri e in sintesi di relazionarci e COMUNICARE con chi ci sta attorno risulta essere la vera determinante di una carriera felice e proficua.
Vi state chiedendo come mai dunque il vostro burbero, insopportabile, asociale capo sia così in alto? Beh... non tutte le strutture aziendali hanno ai vertici il top del proprio staff in termini di potenziale professionale e le eccezioni hanno giusto la funzione di confermare la regola.
Ma se niente meno che Henry Ford sosteneva che "Non c'è nulla che permetta ad un uomo di aver successo nella vita come la capacità di comunicare", pensiamo di poterci unire a questa visione e ritenere che non sia solo il nozionismo ma anche l'abilità di lavorare in gruppo, l'assertività, la competenza nell'esprimere con chiarezza e proprietà linguistica i nostri pensieri ed insieme l'empatia nel rapportarci agli altri ascoltando il loro punto di vista a renderci persone di successo professionale e personale.
E chissà... forse questo diventerà tanto più vero in una società multi-etnica quale la nostra sta diventando...
venerdì 15 aprile 2011
Sogno o son desto?
Per chi ancora diffida e non ha un programma di grafica a disposizione aggiungo anche l'immagine sotto con cui togliersi ogni dubbio... o quasi.....
martedì 22 marzo 2011
Diamo i numeri: le % della comunicazione
Del resto come negare che parlare ci permetta di esprimere e trasmettere agli altri (i.e. comunicare) concetti articolati, totalmente astratti con grande dovizia di particolari e sfumature.
Tuttavia se andiamo un po’ più a fondo ci rendiamo conto che la parola non è l’unico aspetto della nostra comunicazione.
Il tono di voce, l’intonazione, il volume e il ritmo con cui parliamo portano moltissimi significati. Un’espressione concitata trasmette ansia, una parola urlata può essere rabbia o rimprovero, un tono scontroso ci comunica scarsa disponibilità…e questo a parità di contenuto verbale…
Altrettanto immaginate qualcuno che a braccia conserte vi inviti ad entrare o con volto triste vi risponda che è profondamente soddisfatto della sua vita… in entrambi i casi il messaggio verbale vi risulterebbe non confermato da quello gestuale.
Dunque il linguaggio verbale è solo una parte di comunicazione cui si aggiunge il paraverbale (tono, volume, timbro, ritmo, ecc.) e il non verbale (mimica, gestualità, prossemica, ecc.).
La composizione percentuale è molto diversa da quella che potremmo immaginare.
Sorpresi? Beh il linguaggio verbale è nato in definitiva in tempi recenti rispetto all’evoluzione umana e sulle nostre spalle sta un bagaglio incredibile di comunicazione priva di linguaggio che ci ha fatto sopravvivere per secoli e ancora è rimasta come imprinting nelle nostre menti.
Cosa ne deriva?
Che se non c’è coerenza tra i vari linguaggi percepiano un senso di disagio nella comunicazione
Che dovremmo affidarci al linguaggio non-verbale per capire le reali intenzioni di chi ci parla perché è più istintivo e meno gestito consapevolmente
Che dobbiamo fare attenzione quando usiamo canali che tecnicamente non possono avere tutte e 3 i livelli della comunicazione perché trasmettere efficacemente il nostro pensiero sarà più difficile…
Del resto avete mai aggiunto un emoticon ai vostri sms o alle vostre chat? O siete mai rimasti incerti davanti ad una mail per capire se il capo vi sta evidenziando qualcosa implicando un rimprovero o semplicemente vi sta inviando un suggerimento bonario?
martedì 15 marzo 2011
Torniamo a parlare di parole...
Torno oggi con una nuova “puntata” della serie “spazio alle parole” per parlare di un altro termine che spesso aleggia nelle riunioni con i clienti e forse mai del tutto valorizzato nel suo peso: PAYOFF (o PAY-OFF).
Sguinzagliando una ricerca su internet ne esce fuori una definizione simile:
“Frase conclusiva dell'annuncio posta vicina al marchio per potenziare le qualità; del prodotto o l'immagine di una ditta: ricorre in tutti gli annunci della campagna pubblicitaria.”
Che possiamo tenere come punto di partenza delle nostre brevi considerazioni.
Il payoff in verità viaggia quasi sempre accanto al marchio, non solo nelle campagne, che sono la manifestazione più pubblica e diffusa dell’identità aziendale, ma anche in tutte le occasioni d’uso del marchio stesso: cataloghi, brochure, firme elettroniche, ecc.
Il payoff è l’estratto dei valori e della mission aziendale; poche pregnanti parole in cui facciamo stare a forza chi siamo, cosa facciamo e soprattutto COME lo facciamo; un “ritornello” da imprimere nella testa del cliente che porterà così in giro la quintessenza della nostra identità.
E se tutto questo vi sembra un processo un po’ “omeopatico” di affermazione del brand leggete queste 10 righe e pensate a quanto alcune siano dei veri e propri tormentoni della pubblicità
Nokia - Connecting people
Fazzoletti Scottex - Il posto più morbido dove mettere il naso
Galbani - Vuol dire fiducia
Rowenta - Per chi non si accontenta
Lavazza - Più lo mandi giù e più ti tira su
Rotoloni Regina - Non finiscono mai
Cornetto Algida - Cuore di panna
RTL102,5 - Very Normal People
Tonno Riomare - Così morbido che si taglia con un grissino
Amaro Lucano - Voglio il meglio
Convinti? Dunque… volete ancora affidare il ricordo del vostro marchio ad una frase scritta di fretta, nella precipitazione di dover riempire quello spazio vicino al logo?
O pensate di prendervi un po’ di tempo, magari rivolgervi ad un professionista e studiare con attenzione queste poche e così forti parole? Magari anche ricordandovi che alcuni vi leggeranno in una lingua diversa dalla vostra e dovranno trovare la stessa ricchezza di significato…
mercoledì 2 marzo 2011
Social media: minaccia o opportunità?
Il tema è sicuramente "caldo"...
Pro o contro i social media?
Siete del “popolo” di Facebook o per anti-conformismo vi rifiutate di esserci?
Avete bloccato in azienda l’accesso ai social media o credete nel senso di responsabilità dei dipendenti?
State investendoci per la vostra pubblicità o aspettate che questa “ennesima bolla” nelle abitudini su internet esploda e si concluda?
Personalmente non sono un’”addicted” ai social media… per cui riesco ad andare in vacanza senza consultare il mio profilo Facebook ogni giorno ma non voglio essere una moderna “imperatore Guglielmo” che diceva: “Credo nel cavallo. L’automobile non è che un fenomeno transitorio”.
Perché se i social network evolveranno, come probabile e come sempre più rapidamente succede, se cambieranno le abitudini d’uso di internet come è successo con il passaggio al web2.0, non possiamo comunque trascurare un fenomeno che nel settembre 2010 portava 16,5 milioni di italiani su un totale di 24 milioni attivo su internet a passare il 50% del tempo totale trascorso online su Facebook.
I social network hanno innescato un effetto trascinamento che sta alfabetizzando una fetta di popolazione prima esclusa dal mondo informatico e che oggi acquista e usa un pc anche a casa per poter ritrovare e…diciamolo! spettegolare su compagni di scuola, amici e colleghi che non vede da 30-40-50 anni.
Dunque comprensibili le scelte di limitare gli accessi quando incidano sulla produttività del personale ma non comprensibile la demonizzazione di questi strumenti.
Come ogni cosa il loro uso su un piano personale ma soprattutto di business, visto che qui si parla di marketing, va gestito con cura e professionalità.
La competenza sui canali, le soluzioni, ecc. è richiesta qui come in qualsiasi attività di comunicazione. E un piano di investimenti che scelga i canali idonei, strutturi i contenuti in modo adeguato ed efficace (bando ai “riversamenti” delle pubblicità cartacee online) partendo dal nostro target, dal nostro mercato, ecc. è necessario sui social media quanto su qualsiasi altro mezzo di comunicazione.
Ricordiamoci poi che social media = diffusione virale di qualsiasi messaggio!
Non so voi ma io non sono certa di condividere la visione di Oscar Wilde “nel bene e nel male purchè se ne parli”….
Ma qui ci allarghiamo su troppe tematiche… meglio parlarne a parte… una prossima occasione…