I numeri dei social network hanno portato moltissime imprese ad esplorare questo fantomatico mondo nella speranza che la voglia di interazione diffusasi tra le persone porti anche ad un tornaconto per l’azienda in termini di contatti e quindi di potenziali clienti.
Che le aziende si confrontino con questa nuova frontiera della comunicazione è del tutto comprensibile, se non indispensabile: il dialogo sta infatti alla base di ogni relazione, di qualunque natura essa sia e quella economica non fa eccezione.
In una visione etica dell’operare aziendale i social network rappresenterebbero un ottimo strumento a disposizione dell’azienda per relazionarsi con i propri pubblici di riferimento e ottenerne quindi il consenso, il che giustificherebbe l’esistenza stessa dell’azienda.
Molto spesso però questi strumenti messi a disposizione dal cosiddetto Web 2.0 vengono sfruttati dalle aziende per ottenere nel più breve tempo possibile un tornaconto di tipo economico, senza comprenderne la natura.
Nell’approccio più grezzo ai social network l’azienda cerca infatti di ottenere il maggior numero di contatti possibile bombardando di messaggi gli utenti senza offrire loro un valore aggiunto. In questo modo viene meno la relazione e quindi il concetto di scambio di valore tra un soggetto ed un altro trasformando la comunicazione in un flusso informativo unidirezionale.
Il rischio di interpretare erroneamente la funzione del social network può trasformarsi in un’arma a doppio taglio per l’azienda: l’utente infatti potrebbe ribellarsi a questo tipo di comportamento e generare una comunicazione negativa per l’azienda, che trattandosi di comunicazione on line, si diffonderebbe rapidamente, con danni considerevoli all’immagine aziendale.
L’azienda deve quindi riflettere sul perché un determinato strumento si diffonde più di altri e cercare quindi di utilizzarlo in relazione alla funzione per il quale si è generato, solo in questo modo potrà produrre i risultati attesi. In altre parole l’azienda che utilizza il social network dovrebbe attivare una comunicazione tale da generare valore aggiunto per entrambe le parti: da un lato l’azienda può conoscere meglio il proprio interlocutore e agire in modo da incontrarne le aspettative, dall’altro l’utente riceve informazioni e contenuti su temi desiderati che in vario modo possono coinvolgere l’azienda.
L’interazione con gli utenti in merito a specifiche tematiche di comune interesse, porterebbe alla formazione di gruppi che andrebbero in questo modo ad identificarsi con i valori dell’azienda e dei prodotti/servizi da questa offerti: solo con questo passaggio il contatto acquisito attraverso i social network diverrebbe un’effettiva opportunità di business.
Che le aziende si confrontino con questa nuova frontiera della comunicazione è del tutto comprensibile, se non indispensabile: il dialogo sta infatti alla base di ogni relazione, di qualunque natura essa sia e quella economica non fa eccezione.
In una visione etica dell’operare aziendale i social network rappresenterebbero un ottimo strumento a disposizione dell’azienda per relazionarsi con i propri pubblici di riferimento e ottenerne quindi il consenso, il che giustificherebbe l’esistenza stessa dell’azienda.
Molto spesso però questi strumenti messi a disposizione dal cosiddetto Web 2.0 vengono sfruttati dalle aziende per ottenere nel più breve tempo possibile un tornaconto di tipo economico, senza comprenderne la natura.
Nell’approccio più grezzo ai social network l’azienda cerca infatti di ottenere il maggior numero di contatti possibile bombardando di messaggi gli utenti senza offrire loro un valore aggiunto. In questo modo viene meno la relazione e quindi il concetto di scambio di valore tra un soggetto ed un altro trasformando la comunicazione in un flusso informativo unidirezionale.
Il rischio di interpretare erroneamente la funzione del social network può trasformarsi in un’arma a doppio taglio per l’azienda: l’utente infatti potrebbe ribellarsi a questo tipo di comportamento e generare una comunicazione negativa per l’azienda, che trattandosi di comunicazione on line, si diffonderebbe rapidamente, con danni considerevoli all’immagine aziendale.
L’azienda deve quindi riflettere sul perché un determinato strumento si diffonde più di altri e cercare quindi di utilizzarlo in relazione alla funzione per il quale si è generato, solo in questo modo potrà produrre i risultati attesi. In altre parole l’azienda che utilizza il social network dovrebbe attivare una comunicazione tale da generare valore aggiunto per entrambe le parti: da un lato l’azienda può conoscere meglio il proprio interlocutore e agire in modo da incontrarne le aspettative, dall’altro l’utente riceve informazioni e contenuti su temi desiderati che in vario modo possono coinvolgere l’azienda.
L’interazione con gli utenti in merito a specifiche tematiche di comune interesse, porterebbe alla formazione di gruppi che andrebbero in questo modo ad identificarsi con i valori dell’azienda e dei prodotti/servizi da questa offerti: solo con questo passaggio il contatto acquisito attraverso i social network diverrebbe un’effettiva opportunità di business.
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